iniziazione
ATTIVITA'

“Cosa chiedete per i vostri bambini?”

“Il Battesimo”
“Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo”. (1 Cor 15, 20-22)

“Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”. (Lc 20, 37-38)

Contattateci appena nascono i bambini, per avere una preparazione migliore e per benedirli prima del battesimo e insegnare ai genitori a fare la benedizione loro specifica.

Con il Battesimo possiamo rivolgerci a Dio con la preghiera del Padre Nostro

IL NOME

Con la domanda di sopra, inizia il rito del Battesimo. I genitori, dando il nome, partecipano all’atto creativo di Dio. La Chiesa è rappresentata anche dai genitori, battezzati, che chiedono il dono del Battesimo per i figli.
Con il Battesimo i figli entrano a far parte della comunione dei santi, ecco perché si consiglia di scegliere un nome di un santo.

IL BATTESIMO

Il Battesimo non limita la libertà, come tutti i doni che i genitori danno ai figli come l’educazione fisica e intellettuale, l’affetto, la scelta della scuola, ecc. Anzi, è un dono, un di più che i genitori hanno ritenuto dare. Non dare nulla per permettergli di scegliere significa non avere nulla da dare in realtà, e anche non dare strumenti ai figli.
Il Battesimo è chiamato anche il sacramento dei morti, perché dà la vita eterna e perciò prima di riceverlo si è morti.
Il Battesimo è la morte e risurrezione di Gesù che ha reso perdente il male, il peccato e la morte. Con il Battesimo che riceviamo diventiamo partecipi della Sua morte e risurrezione.
Il Battesimo ci rende partecipi di Cristo, della sua vittoria e restaura l’immagine e somiglianza a Dio con la quale siamo stati creati. Con Gesù siamo re, sacerdoti, profeti e figli, perché Lui si è fatto come noi per farci come Lui e salvarci dal nemico e dal peccato e questo lo ha fatto pagando di persona il prezzo più alto.
Con il Battesimo diventiamo membra vive di Cristo e della sua Chiesa, per cui è assurdo, come alcuni, credere in Cristo ma non alla Chiesa, se si capisce cosa significa.

IL LUOGO

Il luogo del Battesimo è la propria parrocchia perché lì la Chiesa esiste concretamente, si vive e si cresce e si prega. Ecco perché il fonte battesimale si trova nelle parrocchie. Il fonte battesimale è la sorgente dalla quale nascono i figli di Dio e che, nella notte di Pasqua (celebrazione principale della nostra fede), è fecondata dallo Spirito Santo e dal cero pasquale, che rappresenta Cristo Risorto.

I GENITORI

Quando i genitori chiedono il battesimo dei figli, devono essere da esempio e coltivare la fede come anche la crescita dei bambini. Ma badiamo bene di essere veramente da esempio nella fede della Chiesa, perché perfino Maria si è sentita dire:

“gli dissero: “Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano”. Ma egli rispose loro: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? ”. Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre”. (Mc 3, 32-35)

Ma Maria era madre di Gesù in entrambi i sensi. Non solo dobbiamo dare l’esempio, ma anche essere in comunione con Dio e la Chiesa, cioè tra noi: questa è l’unica parentela vera coi figli. Se non ascoltiamo Gesù, in realtà siamo tutti separati ed isolati. La parentela di sangue da sola non salva e non unisce.

Battesimo ed Eucaristia sono strettamente uniti. La messa che si celebra con il Battesimo è la prima messa del bambino, alla quale realmente vi partecipa. Anche se i bambini non parlano come degli adulti, comunicano comunque con Dio, così come comunicano con i genitori, anche se non ci parlano.
Ecco perché i genitori, con l’aiuto dei padrini o madrine, ricevono un cero acceso con la raccomandazione: “…fiamma che sempre dovete alimentare…”. Sarebbe una grande finzione celebrare il Battesimo e poi cominciare subito a non andare a messa le domeniche successive. Sarebbe un cominciare a demolire subito un inizio fragile di fede, essere subito incoerenti con quanto si dichiara pubblicamente, smentire sé stessi. Sarebbe come dare la vita a qualcuno per non nutrirlo.

Estratto della “BENEDIZIONE DEI FIGLI” che i genitori possono fare, tratta dal Benedizionale della CEI (nn. 585-605):

“Nel libro dei salmi i figli raccolti intorno alla mensa di famiglia, sono paragonati ai virgulti d’ulivo. Essi non solo costituiscono il segno e l’auspicio della benedizione di Dio, ma attestano la presenza di lui Creatore e Signore, che donando alla famiglia la fecondità della prole, moltiplica l’esultanza e accresce la gioia.
Non basta quindi aprirsi al dono della vita; occorre avere il massimo rispetto dei propri figli educandoli, fin dalla prima infanzia, nell’amore e nel timore di Dio, perché cresciuti in sapienza e grazia diventino consapevoli dei loro doveri ciascuno secondo la propria vocazione. Così aderendo al vero e al bene nei pensieri e nelle opere, saranno testimoni di Cristo nel mondo e araldi del Vangelo.”

Benedizione:

“Padre santo, sorgente inesauribile di vita, da te proviene tutto ciò che è buono; noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie, perché hai voluto allietare con il dono dei gigli la nostra comunione di amore; fa che questi nuovi germogli della nostra famiglia trovino nell’ambito domestico il clima adatto per aprirsi liberamente ai progetti che tieni in serbo per loro e che realizzeranno con il tuo aiuto. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Il Signore Gesù, che predilige i bambini, ci benedica e ci custodisca nel suo amore. Amen.”

Oppure, formula breve:

“Il Signore ti (vi) custodisca, ti (vi) faccia crescere nel suo amore perché tu (voi) viva (viviate) in maniera degna della tua (vostra) vocazione. Amen. Il Signore ti (vi) conceda una notte serena e un riposo tranquillo. Amen.”

INIZIAZIONE

Il Battesimo è il primo dei tre sacramenti dell’iniziazione cristiana. Seguono la cresima e la comunione. Con il battesimo si è abilitati a ricevere tutti gli altri sacramenti: la confessione, festa d’incontro tra Dio e noi; l’unzione degli infermi, per sostenere l’anima e il corpo quando si è malati, anziani, in pericolo o alla fine della vita; il matrimonio, specchio dell’amore irrevocabile di Dio per noi; la comunione, nutrimento della nostra vita che dal battesimo è eterna e piena; la cresima, maturità della vita cristiana e testimonianza; l’ordine, che dona diaconi, sacerdoti e vescovi per avere Gesù presente in mezzo a noi nei sacramenti, nella predicazione e nella guida.

OFFERTA ?

Per il battesimo non chiediamo una tariffa, ma da parte dei cristiani è un’occasione per sovvenire alle necessità della Chiesa secondo la propria sensibilità e possibilità. Quello che qualifica il cuore, la fede e la sincerità della persona è quanto dà in proporzione, non come quantità, come la vedova che da pochi spiccioli ma erano tutto quello che le serviva per vivere (cfr Mc 12, 41-44). La maggior parte delle entrate è quella che proviene da persone poco benestanti. La parrocchia va avanti solo con le offerte dei fedeli e non del Vaticano, come molti continuano a credere. Quando si spende denaro per abbellimenti e cerimonie, risparmiare sulla Chiesa o trattarla con una “mancetta” è quanto di più triste si possa fare, poiché a Dio si danno le primizie, il meglio, non gli avanzi, e questo non solo riguardo al denaro, ma al proprio tempo e a tutto. Questo lo mette in pratica chi ha fede e crede che Dio merita il primo posto e che la Chiesa è la propria madre, la sposa di Cristo, che lo ha generato nel Battesimo e lo nutre con i sacramenti e le cure durante la vita e non chi vi ricorre solo per la “cerimonia” o crede a Gesù e non alla Chiesa, ma intanto vi ricorre. I soldi dati alla Chiesa, sono dati a Dio, perché vanno per il culto e per l’annuncio e non vanno nelle tasche di nessuno se non dei molti poveri dei quali la Parrocchia ha una conoscenza molto ampia e nei quali Gesù si è identificato.

PADRINI O MADRINE

Ci può essere un solo o un padrino o una sola madrina oppure un padrino e una madrina.
In alcune mentalità, si è fatta strada l’idea che i padrini o le madrine sono le persone che si devono scegliere in caso di morte dei genitori, o altre fantasiose idee, come le persone a cui dobbiamo dimostrare più affetto, stima o riconoscenza: nulla di più falso, ma non c’è da meravigliarsi se nel corso dei secoli nascono le più svariate fantasie nelle regioni più diverse del mondo.
Invece i criteri per scegliere i padrini o le madrine sono la loro testimonianza di fede, perché rappresentano la Chiesa che aiuta i genitori, che sono comunque i primi responsabili, nell’educazione cristiana dei piccoli. Perciò devono aver ricevuto la cresima, avere più di 16 anni, non essere genitori dei battezzandi, né loro fidanzati o coniugi in caso di adulti, non essere conviventi o sposati solo civilmente, non aver procurato il divorzio, condurre una vita ecclesiale (perciò essere praticante e dare l’esempio nella vita) e confessarsi.

COSA OCCORRE

Se i genitori non sono parrocchiani, cioè se risiedono in altro territorio parrocchiale, devono richiedere alla loro parrocchia il “nulla osta a celebrare il Battesimo in altra parrocchia” e un attestato di preparazione effettuata. La preparazione può essere svolta ovunque. Inoltre i padrini o le madrine devono andare nelle parrocchie del loro domicilio e richiedere il documento necessario (“Documento d’idoneità dei padrini”), che ci consegneranno prima del battesimo.

PRENOTAZIONE E PREPARAZIONE

Nella nostra parrocchia, di norma i battesimi si celebrano senza messa sabato alle ore 12:00 e 15:30, massimo quattro alla volta.
Prima del battesimo si devono fare necessariamente gli incontri di preparazione n° 1, n° 2 e n° 3, anche in ordine diverso, ma non si possono fare dopo. I temi sono: l’annuncio della Buona Novella, la storia della salvezza, i sacramenti, il rito del Battesimo e l’esercizio del sacerdozio dei battezzati. Perciò il battesimo si può prenotare, in segreteria, solo in una data che permetta ai genitori e possibilmente ai padrini o madrine di fare un numero di tre incontri.
È importante che i genitori che chiedono il battesimo per i propri figli e il padrino o madrina, si preparino per vivere la celebrazione in maniera partecipata e per nutrire la fede dei piccoli. Perciò la preparazione vera è quella spirituale, la confessione, la frequenza alla messa domenicale, la catechesi è solo spiegazione e conoscenza.

NOTE PRATICHE

Durante la celebrazione del battesimo, ad un certo punto c’è il rito della vestizione con la vestina bianca. Se avete già un vestitino bianco, per non soffocare l’eloquenza di questo simbolo, consigliamo di metterglielo al momento giusto: il rito prevede che ci si vesta di bianco subito dopo il battesimo vero e proprio, perciò non ha senso arrivare già vestiti di bianco prima di essere battezzati. Una vera vestizione davanti a tutti farebbe vivere sentitamente questo momento, evidenziando che si è nati alla vita eterna e ci si è rivestiti di Cristo. La nostra chiesa è ben riscaldata. Comunque se si arrivasse già con la veste bianca, avrebbe ancora meno significato dare al bambino un’altra vestina bianca su quella che già indossa, allora si farà riferimento alla veste che già indossa quando si diranno le parole del rito:
“_________, sei diventato/a nuova creatura e ti sei rivestito/a di Cristo. Questa veste bianca sia segno della tua nuova dignità: aiutato/ dalle parole e dall’esempio dei tuoi cari, portala senza macchia per la vita eterna.”

Inoltre l’abitino deve consentire, nella prima parte della celebrazione, di ungere il petto col l’olio dei catecumeni
Per rendere la celebrazione più partecipata sarebbe bello che troviate qualcuno che abbia già letto altre volte in chiesa, per leggere la prima lettura e il salmo. Dateci dei suggerimenti per fare una preghiera dei fedeli che rispecchi la situazione concreta dei partecipanti.
Non chiediamo ai partecipanti di stare in silenzio, ma di pregare con raccoglimento per i bambini che ricevono il battesimo e per le loro famiglie, altrimenti non hanno ragione di stare in chiesa, in quanto non si tratta né di un evento di curiosità, né di un ricevimento. I fotografi siano istruiti su come muoversi nel rispetto dei veri momenti della celebrazione. Infine raccomandiamo di arrivare anche con poco anticipo, ma non con ritardo, per rispettare le altre famiglie e gli impegni parrocchiali.

BACHECA

In fondo alla chiesa parrocchiale c’è la bacheca delle pubblicazioni dei battesimi, dei matrimoni e dei funerali. Ci sono scritti tutti i battezzati dalla Pasqua precedente, giorno da cui scaturisce il battesimo, così ci ricordano di pregare per loro e che apparteniamo alla comunione dei santi in Cristo. Vi preghiamo di segnalarci se ci sfugge qualcuno, magari battezzato in altra parrocchia.

COMUNIONE

La comunione , è il sacramento dell'Eucaristia o rendimento di grazie a Gesù che si è offerto a noi , c'ha donato la sua vita con il suo corpo e il suo sangue. Attraverso il cammino dell'iniziazione cristiana, i bambini dai sette anni in su si preparano a ricevere la comunione,cioè il corpo e sangue di Gesù;imparando prima di tutto a conoscere chi è Gesù, che cosa ha fatto, che cosa ha detto e che cosa dice a noi oggi. In questo cammino i genitori sono chiamati da Dio a rendere i figli, già battezzati, partecipi della vita di Cristo, essendo loro i primi catechisti dei bambini e aiutando così i volontari che si mettono al servizio di Dio e della comunità, a testimoniare con la loro vita l'amore che Dio c'ha mostrato offrendo il suo Figlio per la nostra salvezza..
Il corso di catechismo prosegue fino ai dieci anni circa attraverso la supervisione di don Filippo che coordina questo cammino.
I bambini che si preparano alla comunione sono invitati a partecipare insieme ai loro genitori alla S.Messa delle ore 10:00

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CRESIMA

O acramento della confermazione.Cioè con la cresima noi ormai ragazzi che pensiamo con la nostra testa decidiamo di confermare a Dio il nostro Battesimo, ci confermiamo cristiani e attraverso l'imposizione delle mani del Vescovo riceviamo lo Spirito Santo che infonde su di noi i suoi doni e i suoi frutti e che ci da il coraggio per testimoniare la buona novella, Cristo e il suo messaggio d'Amore. Come?
Vivendo da cristiani, in casa, a scuola, in strada, a lavoro, ovunque ci troviamo.
Come si fa a ricevere la cresima? Ci sono i corsi per ragazzi che durano 3 anni, dalle 5 elementare alla II media e i corsi per gli adulti della durata........tutti seguiti da Filippo.E' un sacramento fondamentale per rendere completa la vita di un cristiano che deve naturalmente essere condita quotidianamente dalla preghiera e dalla parola di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MATRIMONIO

Se volete sposarvi nella Chiesa, la prima cosa da fare è parlare con un sacerdote, e non in circoscrizione. anche per eventuali casi particolari.

Informazioni generali:

3 sono le cose da fare (indipendenti):

1.Scegliere dove fare la documentazione. Normalmente di lui o di lei. Meglio ancora dove andrete ad abitare, così il parroco e la comunità possono conoscere ed acogliere la nuova famiglia
2.Seguite gli incontri di catechesi per il matrimonio. Può essere la parrocchia, ma ci sono altre soluzioni. Fatevi rilasciare un certificato di preparazi
3.Il luogo naturale della celebrazione del sacramento è la chiesa parrocchiale, dove si trova la chiesa viva e non in una chiesaedificio soltanto. Non dimenticate di preparare la celebrazione insieme al sacerdite. Pensate voi al fiorista, organista e fotografo.

Documentazione

Muovetevi così, circa sei mesi prima delle nozze (un anno se non avete ricevuto il sacramento della cresima)
Procuratevi in circoscrizione i certificati in carta semplice di "stato di famiglia"oppure di stato "libero"oppure "contestuale" , senza dire che serve per il matrimonio perchè è accaduto che in questo caso si siano rifiutati di rilasciarlo, provocando inutili disagi per la coppia.
Una volta ottenuti i documenti, prendete appuntamento per fare il giuramento con un sacerdote della parrocchia scelta per la documentazione, Chiedete se nel vostro caso serve anche lo "stato libero eclesiastico"
Andate insieme all'appuntamento con i documenti. Dopo il giuramento vi sarà detto il seguito e vi sarà rilasciato il "modulo10" che serve per avere appuntamento per il giuramento in circoscrizione di lui e di lei, dove c'è meno attesa
Procuratevi il certificato di battesimo "per uso matrimonio"nella chiesa parrocchiale del luogo dove è stato celebrato. Se lì non risuta anche la cresima, fate lo stesso anche per questa.

N.B. 1

Decidete per tempo quale regime patrimoniale adottare tra: comunione dei beni, separazione dei beni, fondo patrimoniale o comunione convenzionale. La decisione si aanota al momento delle firme al termine della celebrazione

N.B. 2

Siccome nelle chiese parrochiali l'offerta è libera, ricordiamo che la celebrazione dei sacramenti è un'occasione per adempiere al dovere di sovvenire alle necessità della Chiesa, secondo la propia sensibilità

DEFUNTI

“…morendo distrusse la morte…” (prefazio comune n. VI)

“Ma se Cristo non è risuscitato, allora vana è la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede” (1 Cor 15, 14)

“…anche nella liturgia dei fedeli defunti, la Chiesa celebra la risurrezione del Signore…” (annuncio della Pasqua che si proclama il giorno dell'Epifania)

“Il volto del Signore risorto, nel dolore, v'illumini e, nello smarrimento, vi guidi” (M.V.)

“Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”. (Lc 20, 37-38)

Dio, che ci ha creati e che ci sostiene, ci può anche risuscitare. Una volta che Dio ci ha voluti, non ritratta la sua decisione. (cfr Rm 4, 17)

“Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo” (1 Cor 15, 20-22

La parola di dio, unico vero sostegno
Quando sei perso dal dolore, Gesù, il Buon Pastore, ti cerchi e ti porti sulle sue spalle come la pecorella smarrita (cfr Gv 10). Il volto del Cristo risorto, anche se non ci dà ancora luce piena, sia la stella che ti guida nello smarrimento e che ti dà la speranza nel buio del dolore.
Dal libro della Sapienza: “la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo”: non cedere ai pensieri che la morte t'ispira, perché è te che non vuole far vivere. Cerca piuttosto il volto del Signore che ha vinto con la croce. Che la morte non l'abbia vinta sull'amore e sulla vita. Combatti la buona battaglia (cfr 1 Tm 6, 12 e 2 Tm 4, 7) e vivi questa vita con l'amore con cui si portano le doglie di un parto verso la vita piena (cfr Rm 8, 22).
13 “Non vogliamo poi lasciarvi nell'ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza. 14 Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui. …. 18 Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.” (1 Ts 4, 13 –14. 18)

Per te che sei in lutto
Getta i tuoi dolori sulle spalle di Gesù ed affida i tuoi cari a Colui che per loro si è fatto uomo ed è morto per sconfiggere la morte. Rialzati anche tu per sconfiggere la morte nel tuo cuore. Vivi di più, con più amore, nonostante il male che ricevi, perché la tua forza e la tua difesa è nel Signore e, se sei di Lui, non devi temere il nemico, il diavolo e tutte le sue armi, compresa quella feroce di toglierci una persona cara, un punto di riferimento. Questi infatti può fare del male al corpo, ma non all'anima, a meno che non ci lasciamo convincere. “E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna” (Mt 10, 28).

La Dottrina
La Chiesa insegna che i nostri cari defunti hanno sollievo da alcune opere che possiamo fare noi per loro, cioè in loro suffragio (Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 958, 1032, 1371 e 1479): 1) pregare per loro; 2) far celebrare delle messe in loro suffragio; 3) compiere delle opere di carità; 4) le indulgenze, la cui condizione principale perché siano valide è la nostra conversione personale; 5) la cosa che sta più a cuore ed è più utile alle anime del purgatorio è la nostra conversione personale.
19 C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. 20 Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, 21 bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. 22 Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23 Stando nell'inferno tra i tormenti, lev?ò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. 24 Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. 25 Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. 26 Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può? attraversare fino a noi. 27 E quegli replicò?: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, 28 perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. 29 Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. 30 E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. 31 Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi”. (Lc 16, 19-31)

Gesù ci dice, usando il presente indicativo, che la vita eterna inizia da adesso e non da dopo morti e che la vera morte consiste nel non ascoltarlo:
“In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv 5, 24)

La gioia è piena quando stanno tutti bene e non manca nessuno, questo avviene per esempio in una famiglia o in un gruppo di amici. Chi ci ha preceduto e ci vuol bene desidera e prega che anche noi, non ostante le difficoltà, i limiti e i dolori, ci riuniamo nel luogo di gioia insieme a loro e non ci perdiamo e non perdiamo tempo nella vita facendo cose inutili o fuorvianti.
Nella la liturgia bizantina si bacia il defunto per salutarlo e affidarlo a Dio (addio) e “si canta per la sua dipartita da questa vita e la sua separazione, ma anche perché esiste una comunione e una riunione. Infatti, morti, non siamo affatto separati gli uni dagli altri, poiché noi tutti percorriamo la medesima strada e ci ritroveremo nel medesimo luogo. Non saremo mai separati, perché viviamo per Cristo, e ora siamo uniti a Cristo, andando incontro a Lui… saremo tutti insieme in Cristo” (San Simeone di Tessalonica, De ordine sepulturae: PG 155, 685B)
È proprio i limiti che sperimentiamo che danno valore alla nostra vita, come le serie limitate, e il nemico, il diavolo, che usa i mezzi più feroci per convincerci a rifiutare e ignorare Dio, ci fa capire quanto possiamo valere, se si da tanto da fare per farci del male. Cerchiamo quel Dio che per noi è morto e risorto. Non possiamo ignorarlo, visto il prezzo che ha pagato per noi, è un dovere morale. Non siamo più soli, Lui è entrato nella nostra sofferenza. Lui invece, pur essendo Dio, si è fatto totalmente solo quando è morto sulla croce.

Perciò non ha senso fare la comunione “per” un defunto o “per” qualcuno, perché la comunione è nutrimento per la propria vita eterna e ognuno ne risponde se riceve degnamente o no un dono così grande.
Prima di fare la comunione il sacerdote dice tra sé e sé:
“la comunione al tuo corpo e sangue non diventi per me giudizio di condanna, ma per tua misericordia sia rimedio e difesa dell'anima e del corpo” (Dal Messale Romano)
perché san Paolo dice che
“Perci?ò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore”. (1Cor 11, 27)
Senza giudicare le intenzioni, spesso, durante la messa delle esequie, si nota dalle risposte, dal comportamento e dal modo di ricevere concretamente l'ostia, che non c'è una conoscenza della messa, che si ricorre a Dio solo quando ci fa comodo o quando “capita” qualcosa. Oppure qualcuno si lascia intimorire e non risponde. Non si giudica chi va a fare la comunione, ma se non c'è una conversione, un avvicinamento alla vita della chiesa e una confessione, a fare la comunione, si fa del male a sé stessi e non si fa bene a nessuno.

L'offerta?

Attenzione: non accettiamo offerte dalle agenzie funebri, neanche se fatte a nome dei parenti dei defunti.
Per il funerale non chiediamo una tariffa, ma da parte dei cristiani è un'occasione per sovvenire alle necessità della Chiesa secondo la propria sensibilità e possibilità. Quello che qualifica il cuore, la fede e la sincerità della persona è quanto dà in proporzione, non come quantità, come la vedova che da pochi spiccioli ma erano tutto quello che le serviva per vivere (cfr Mc 12, 41-44). La maggior parte delle entrate è quella che proviene da persone poco benestanti. La parrocchia va avanti solo con le offerte dei fedeli e non del Vaticano, come molti continuano a credere. Quando si spende denaro per abbellimenti e cerimonie, risparmiare sulla Chiesa o trattarla con una “mancetta” è quanto di più triste si possa fare, poiché a Dio si danno le primizie, il meglio, non gli avanzi, e questo non solo riguardo al denaro, ma al proprio tempo e a tutto. Questo lo mette in pratica chi ha fede e crede che Dio merita il primo posto e che la Chiesa è la propria madre, la sposa di Cristo, che lo ha generato nel Battesimo e lo nutre con i sacramenti e le cure durante la vita e non chi vi ricorre solo per la “cerimonia” o crede a Gesù e non alla Chiesa, ma intanto vi ricorre. I soldi dati alla Chiesa, sono dati a Dio, perché vanno per il culto e per l'annuncio e non vanno nelle tasche di nessuno se non dei molti poveri dei quali la Parrocchia ha una conoscenza molto ampia e nei quali Gesù si è identificato.

Preparazione della celebrazione
La Parrocchia è disponibile a qualsiasi orario per le esequie, a meno che non ci sai già un altro funerale o una messa d'orario.
Nella celebrazione delle esequie le persone che sono nel lutto, unendosi al Signore si uniscono ai propri cari defunti i quali cominciano a gustare la bontà di Dio. Per rendere la celebrazione più partecipata sarebbe bello che troviate qualcuno che abbia già letto altre volte in chiesa, per leggere la prima lettura e il salmo. Dateci dei suggerimenti per fare una preghiera dei fedeli che rispecchi la situazione concreta dei partecipanti. Molti non portano i bambini ai funerali, ma gli psicologi consigliano di farlo. Molti bambini che non sono stati ai funerali dei loro cari subiscono ferite aperte perché gli adulti non hanno saputo gestire la situazione nascondendo loro una realtà che così ingigantiscono e non possono elaborare e si sentono abbandonati, doppiamente colpiti dal lutto.

La parrocchia
suggerisce di avvisare i parenti e gli amici che i soldi per i fiori siano consegnati per una offerta di carità. Se qualcuno vuole, può far pervenire ai familiari in lutto un biglietto da parte nostra che attesti la ricevuta di un'offerta per la carità o per la celebrazione di alcune messe in suffragio della persona defunta. È un modo per reagire con un atto di vita ad un lutto.

Le ricorrenze
Ogni due novembre ricordiamo nella messa delle ore 18:00 tutti i parrocchiani defunti nell'anno. Vi preghiamo di comunicarci se non hanno celebrato le esequie da noi, in modo da non saltare nessuno.
Di solito si fanno dire delle messe in suffragio per la persona defunta ad una settimana dalla morte, poi ad un mese e ad un anno o in altre ricorrenze. Va precisato che anche se l'intenzione della messa fosse singola, cioè solo per una determinata persona viva o defunta, ogni messa è sempre per tutti i vivi e per tutte le anime del purgatorio, non esistono quindi messe private.

La bacheca
In fondo alla chiesa parrocchiale c'è la bacheca delle pubblicazioni dei battesimi, dei matrimoni e dei funerali. Ci sono scritti tutti i fedeli parrocchiani defunti dal 2 novembre precedente, così ci ricordano di pregare per loro e che apparteniamo alla comunione dei santi in Cristo. Vi preghiamo di segnalarci se ci sfugge qualcuno.

dubbi: donazione degli organi, cremazione ed " estrema unzione"

“Il dono gratuito di organi dopo la morte è legittimo e può essere meritorio. La Chiesa permette la cremazione, se tale scelta non mette in questione (in chi la compie, ndr) la fede nella risurrezione dei corpi.” (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2301; Codice di diritto canonico, 1176, 3)
“Estrema unzione” è un termine che non rende giustizia al sacramento dell'unzione degli infermi, che non si da solo in caso di morte e che, come tutti i sacramenti, si può dare solo ai vivi. Si da anche in punto di morte, ma siccome serve anche per la guarigione fisica, è mancanza di fede non riceverlo o proporlo anche prima. Dopo la morte si può pregare e benedire la salma. Per approfondimenti sul sacramento dell'unzione degli infermi, vedere il link “salute”.

N.B.: il 1° novembre è la solennità di tutti i santi ed è precetto,
mentre il 2 novembre è la commemorazione di tutti i fedeli defunti e non è precetto.

P.S.: Dal mezzogiorno del 1° novembre a tutto il 2 si può conseguire l'indulgenza plenaria in suffragio delle anime del purgatorio, una sola volta, nella visita ad una chiesa, recitando il Padre nostro ed il Credo e, confessati e comunicati, una preghiera a scelta secondo le intenzioni del Santo Padre. Inoltre dal 1° all'8 novembre, nella visita al cimitero e pregando, anche solo mentalmente, per le anime del purgatorio è concessa l'indulgenza plenaria una sola volta al giorno. (Penitenzeria Apostolica, Manuale delle indulgenze, 1987)

Le indulgenze in generale
(cfr. Penitenzeria Apostolica, Manuale delle indulgenze, 1987):

Le indulgenze sono state spesso al centro di grandi polemiche storiche e motivo di incomprensioni fra chiese. Ci richiamano alla mente abusi e oscurantismo. Ma cerchiamo di capire di cosa si tratta in realtà, non permettiamo alle vicende umane di oscurare la dottrina delle indulgenze. Per capire le indulgenze bisogna prima capire la dottrina dei meriti di Cristo e dei santi, quella del compito della Chiesa, ecc. Questo lo abbiamo solo accennato per far capire che la questione non nasce dal nulla, ma non possiamo essere così esaustivi in questa sede (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1474 – 1479).

A non aiutare la sfortunata fama delle indulgenze c'è un'espressione e un'opera. Si usa l'espressione “lucrare” o “acquistare” l'indulgenza. Questo ha indotto molti in errore, ciò non vuol dire che la si compra con il denaro, ma che la si ottiene se si adempiono determinate condizioni e opere, perciò non è Dio che si piega a noi, ma siamo noi che ci mettiamo in condizioni di ottenere dei suoi doni. Forse l'espressione non aiuta la comprensione, specialmente in un mondo che corre e non si ferma ad approfondire. Altra cosa che ha indotto in errore nello stesso senso è stato il fatto che anche il fare l'elemosina può far parte delle opere per ottenere un'indulgenza, ma certamente non da sola e non nel senso di comprare. Elemosina non è acquisto e può esser fatta anche nell'anonimato. Certamente le indulgenze non le si possono comprare né ora né prima, né mai. Infatti di seguito vedremo che ci sono delle condizioni che bisogna osservare e che sono in contrasto con l'atteggiamento di chi crede di poter comprare le cose di Dio.

Definizione: La confessione, che è un sacramento, è al culmine del cammino di riconciliazione. I peccati hanno bisogno di essere perdonati, ma poi resta “pena temporale” legata al peccato, anche se perdonato (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1472). È temporale perché la si è contratta nel tempo ed ha bisogno di tempo per essere scontata perché viviamo nel tempo, che è un cammino di purificazione, invece la pena eterna è rimessa con la confessione. Per indulgenza s'intende la remissione di tale pena temporale dei peccati, che sono già stati perdonati con la confessione. I fedeli, che sono nelle giuste condizioni e che compiono determinate opere, acquisiscono l'indulgenza per intervento della Chiesa, la quale dispensa ed applica il tesoro dei meriti di Cristo e dei santi. Perciò con l'indulgenza si può ottenere la pienezza della misericordia di Dio e si è più liberi, rinnovati e aperti alla grazia. L'indulgenza è plenaria o parziale secondo che liberi in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati. Per esempio se si parla di 100 giorni d'indulgenza, significa che viene rimessa la pena relativa a 100 giorni della nostra vita.

Opere e condizioni per ottenere l'indulgenza

OPERE.
Le Opere sono quelle che la Chiesa indica per determinati momenti, luoghi o azioni. Per esempio per il 2 novembre è la visita ad un cimitero, oppure ricordiamo quelle che furono richieste per il grande giubileo del 2000. Le opere con le relative indulgenze sono tutte elencate nel “manuale delle indulgenze”, per esempio adorazione del Ss.mo Sacramento, preghiere, devozioni, penitenze, opere di misericordia corporale o spirituale, pellegrinaggi, oggetti benedetti, ecc.
Condizioni.
1) Bisogna essere in una situazione di vita di stato di grazia, cioè in una situazione che non contrasti con l'insegnamento della Chiesa come essere sposati o risposati civilmente, convivere, disinteressarsi della messa quando è precetto, non aver perdonato qualcuno, ecc. Per non giudicare sé stessi né troppo superficialmente, né troppo severamente, è utile parlare con un sacerdote per una guida spirituale. Chi non è in uno stato di grazia, anche se non può accedere all'indulgenza, che è un di più, può sempre camminare verso una maggiore grazia con la preghiera personale e comunitaria, con la messa domenicale, esercitando la carità, la devozione e la penitenza.
2) Bisogna avere una disposizione interiore di completo distacco dal peccato, anche da quello veniale. È quanto si fa al momento del battesimo, si rinuncia a Satana e al peccato. Non è una cosa straordinaria, in quanto il peccato è il male, nulla di buono per noi stessi può venire dal peccato.
3) Bisogna confessarsi, fare la comunione e una preghiera a scelta secondo le intenzioni del Papa. Si possono compiere queste ultime condizioni parecchi giorni (circa 20) prima o dopo, ma è conveniente fare la comunione e pregare per il Papa lo stesso giorno in cui si compie l'opera per l'indulgenza.

Per ogni indulgenza plenaria, si richiede sempre una distinta comunione e una distinta preghiera secondo le intenzioni del Papa, ma non sempre una confessione. Le indulgenze sono sempre applicabili a sé stessi o alle anime del purgatorio, ma non ad altre persone viventi .

 

 

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